Si fa un gran parlare del viaggiare con i bimbi: di quanto sia bello e importante per la loro crescita, di quanto li aiuti a guardare il mondo con occhi diversi, di quanto fin dalla tenera età ci si adatti agli spostamenti senza problemi. E allora ecco mamme blogger che raccontano dei loro figli sotto i cinque anni in volo per 12 ore, rinchiusi dentro un passeggino a 1500 metri facendo trekking, in fascia o in spalla a visitare città come Città del Messico, a spasso per la Thailandia nei quartieri meno turistici. Tutto bello, per carità, tutto stimolante oltre la solita routine casalinga tra asili e parchetti.

 

Ma di fatto i bimbi a quelli piccoli (diciamo sotto i cinque anni) non gliene può fregare. Loro hanno solo bisogno di una serena ripetitiva routine che li rassicuri e li conforti, almeno nei primi anni di vita. Hanno bisogno, prima di tutto, del nostro tempo, lì e ora, senza aeri da prendere o treni da rincorrere. Perché a loro poco importa se c’è mare o montagna, se si farà trekking o seggiovia, la verità è che nei loro a quell’età vogliono quella beata tranquillità di chi vive appieno ciò che ha.  Senza voler cercare altro. Quando scriviamo, io per prima, “a misura di bimbo”, vuol dire, almeno per me, tempi lenti, a volte morti, a volte sospesi.

 

Il viaggio, senza parafrasare molto, si trasforma in una quotidianità replicata in un altro luogo: a voglia a insistere nella visita guidata o in un museo.  A lui/lei importa solo il parchetto, l’area giochi, il momento della pappa ecc… E soprattutto fermarsi costantemente ad osservare. Come dicevo sopra, a loro serve tempo e noi adulti siamo il mezzo per renderlo speciale.

 

Viaggiare con i bimbi è sfinente, stancante, a volte demoralizzante… e allora perché tiriamo la corda? Ho imparato, per salvare me stessa, a dargli ore, a scegliere soluzioni capaci di rilassare me e lui senza, per ora, incastrare fusi orari, 12 ore di macchina, appartamenti angusti o hotel senza in minimo “senso di famiglia”. Si prediligono posto vicini, possibilmente tra città e natura, ampi spazi e cucine pronte all’uso. E tanta, tanta pazienza!

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