La torre e l’invasione dei turisti. La torre e i selfie. La torre e le foto più strambe di chi fa di tutto per non farla cadere. La torre e i giapponesi. La torre e il suo buco al centro che a guardalo da dentro fa girare la testa. La torre e il suo splendido panorama dall’alto. La torre e la voglia di correre nel prato. La torre e il suo modellino rivenduto in miliardi di bancarelle. E’ questo la torre di Pisa? Due giorni per guardarla notte e giorni, quasi, e una vita ad aspettare (troppo) per scoprirla. La torre pendente mi ha conquistato. Se banale e troppo italiana poteva essere la sua rappresentazione in una cartolina, dal vivo è poesia pura. Certo, non solo lei, ma l’intero Campo dei Miracoli che, nella sua semplice geometria delle forme e nell’alternarsi nel bianco del marmo e del verde del prato, è qualcosa che toglie il fiato, che ti rimette in pace con l’umanità, che ridimensiona la brutture terrene ricordandoci quanto sia la grandezza dell’uomo e della sua arte. Qui, su questo prato, al sole, abbiamo trascorso il primo vero fine settimana di primavera. Tra turisti stanchi e giapponesi in posa, il nostro pomeriggio si è trasformato in una postcard per nulla banale.
D’obbligo la salita sulla torre e in barba a tutte le file che potevano esserci la Domenica delle Palme, noi il biglietto l’avevamo già. Sì perché ci siamo fatti furbi e l’abbiamo acquistato online sul sito Musement, (www.musement.com/it/pisa/biglietti-salta-fila-per-la-torre-di-pisa-e-la-cattedrale-565/). Due click appena e avevamo i biglietti salta fila con orario e al miglior prezzo garantito. Fondamentale lasciare tutti gli zaini e oggetti di metallo a terra. Idem per la cattedrale di Santa Maria Assunta e il Battistero. p.s. Vi ricorso che per i bimbi fino agli 8 anni è vietata la salita alla torre. All’interno, dopo 294 scalini una vista mozzafiato!
Detto ciò tutto il resto è noia. Alt, scherzo! Oltre alla torre Pisa certamente la città merita una visita. A partire dalla Piazza dei Cavalieri e dalla sua famosa Normale di Pisa, dalla chiesa di Santo Stefano Dei Cavalieri e dalla Torre della Fame, chiamata così per la leggendaria storia di Ugolino della Gherardesca che, imprigionato a vita, e quasi agli stenti, mangiò altri esseri umani.
Qui, in città, si respira aria di storia ovunque e non fermarsi in un ristoranti turistico è un po’ come tirarsela… ovvero non fare i turisti. Ma in fondo lo siamo, allora perché non sederci al sole, all’ombra della torre e mangiare qualcosina? Fatto! Se vi trovate nei pressi della piazza delle Vettovaglie ancora meglio: si tratta di un piccolo gioiello incastonato tra i vicoli del centro.
Altra zona imbattibile il Lungarno. Se conoscete Firenze è come farci un tuffo. Certo, non compare il ponte Vecchio ma, tra i tutti palazzi storici che vi si affacciano, compare la chiesa di Santa Maria della Spina, praticamente costruita sull’argine del fiume. Un mistero come stia lì bella immobile da anni!