Parliamo di ciclisti indisciplinati. Chi non rientra nella categoria o almeno una volta non si è comportato tale? In bici è più facile infrangere il codice stradale… perché il ciclista, non si sa per quale ragione oscura, si sente in diritto di fare qualsiasi manovra, pronto a rispondere “ma tanto io sono in bici”. Specie quando si tratta di vita in città, territorio conteso tra macchine prepotenti e ciclisti anarchici. Per il ciclista cittadino che un po’ si sente il padrone del mondo le infrazioni sono all’ordine del giorno. Ma guai a farglielo notare….
– andare contromano sempre e comunque: è un must chi non ci va almeno una volta durante la suauscita non può dirsi un vero ciclista;
– inversione a “u” improvvisa per buona pace di chi viene dietro e chi se lo trova di fronte;
– taglio di corsia senza avviso che potrebbe far perdere le staffe al guidatore più serafico;
– attraversamento pedonale senza scendere dalla bicicletta, lanciandosi come un kamikaze sulle strisce. eglio non provare;
– pedalare con nonchalance sul marciapiede in mezzo alla gente che borbotta e fregarsene altamente;
– parcheggiare dove capita, tanto è una bici mica me la possono portare via. Ecco allora bici davanti passi carrai, al posto delle strisce per motorini, davanti a cancelli, negozi ecc… Vabbè si potrebbe andare avanti per ore;
– la presunzione di andare in bici dentro il mercato. Non so da voi ma a Rimini succede. Fastidiosissimo;
– suonare il cappello in maniera compulsiva non per chiedere la cortesia di passare. No. Per anticipare l’arrivo, tre ore prima;
– non usare le piste ciclabili quando ci sono. Ma perché quando si può gareggiare in strada con le auto?
– bimbi senza caschetto dietro e davanti a prova di sicurezza. No, no, qui non si scherza.
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