Se me l’avessero detto non ci avrei mai creduto. La prima volta alle Cinque Terre, la “prima tempesta perfetta” dopo 60 anni. Insomma, siamo finiti nella più tragica mareggiata ligure di sempre, con pioggia oltre limiti e venti con raffiche fino 180 km orari. Insomma, ci eravamo programmati, organizzati (avevamo anche gli stivaletti) ma non per fronteggiare qualcosa di simile.
Abbiamo visitato le Cinque Terre quando i danni del mare erano più che evidenti e gli abitanti non avevano molta voglia di accogliere noi turisti. L’abbiamo capito, chi l’avrebbe? Nel nostro piccolo abbiamo cercato di non creare ulteriori difficoltà a chi lavorava per rimettere a posto i cocci e di goderci la “grande bellezza” di queste Cinque Terre.
Per muoversi all’interno delle Cinque Terre la soluzione migliore è il treno. In macchina è praticamente impossibile: pochi parcheggi, costosi e difficili da raggiungere e strade strette e ripidi. Dunque vi consiglio di trovare una sistemazione nella vicinissima Levanto o Bonassola, due località turistiche unite tra di loro da una ciclopedonale molto comoda e utile. Noi, da La Francesca Resort a Bonassola (il nostro alloggio sul mare per tre giorni) abbiamo raggiunto Levanto con la ciclo-pedonale (circa 2 km) e in 22 minuti siamo arrivati alla stazione. Da qui abbiamo preso le nostre tre Cinque Terre Card, una carta servizio che permette di viaggiare in treno da Levanto a La Spezia (un giorno intero) e visitare le Cinque Terre, scendendo e salendo a proprio piacimento.
Questa card include:
- l’utilizzo dei treni regionali e regionali veloci
- visite guidate
- l’utilizzo delle navette gratuite nei vari paesi
- l’uso di bagni all’interno delle varie stazioni (altrimenti a pagamento)
- il wi-fi negli hot spot del parco
- l’ingresso con tariffa ridotta nei vari musei del Parco
Insomma a noi è risultata piuttosto comoda, soprattutto se si ha un bimbo e il programma può cambiare all’ultimo momento. Noi per una questione di tempo atmosferico non siamo riusciti a visitare tutte e cinque le terre. Tanta pioggia e molti percorsi chiusi. A Rio Maggiore, ad esempio, non abbiamo potuto attraversare il famoso percorso dell’Amore che da qui porta a Manarola, perché in condizioni precarie dopo la mareggiata. Ci siamo accontentati, per modo di dire, della foto di rito dalla terrazza e della veduta mozzafiato.
Di certo con i bimbi piccoli, ancora seduti nel passeggino, questi borghi risultano difficili da visitare: o camminano in maniera autonoma o sono abbastanza piccoli da metterli in una fascia. Altrimenti il sale e scendi metterà a dura prova i vostri muscoli, fisici e mentali.
Per noi, poi, è stata la volta di Vernazza. Dalla stazione parte la via centrale con ristoranti e locali tipici, davvero molto caratteristica. Noi l’abbiamo attraversata in monopattino, sotto la pioggia, giusto per il piacere di capire quanto fosse facile schiantarsi (ma è andato tutto bene). In un attimo ci siamo trovati di fronte il mare in burrasca e le casette rosse con le persiane verdi. Dopo la foto da copione ci siamo inerpicati per i carrugi, vicoli strettissimi. Una sorta di labirinto che conduce alla parte alta del paese, fino a raggiungere l’ingresso del sentiero che porta al prossimo paese, Monterosso a Mare. Purtroppo non l’abbiamo potuto visitare perché colpito fortemente dalla tempesta.
Per questo tipo di gita è d’obbligo un abbigliamento super comodo e scarpe da trekking, utili per camminare tra gli alti e bassi dei borghi e se volete incamminarvi nei sentieri. Dopo la nostra disavventura vi consiglio vivamente la primavera, ma non l’estate, davvero intasata di turisti provenienti da tutto il mondo.
Per maggiori info sulle cards e sui vari percorsi www.parconazionale5terre.it