E’ lì, sporca, ammaccata ma viva. Più viva di voi che, stanche morte, vi trascinate come zombie dentro casa vostra. Quella che avete ritrovato calda come una serra da cento gradi, con tapparelle bollenti, divani incandescenti; in cucina poi si boccheggia. L’avete lasciata proprio così. Il frigo staccato, l’allarme inserito, i divani spostati, il letto disfatto, le casse di acqua e di latte in cantina. Tutto è rimasto proprio così. Ma voi no. Da quando siete partite avete tolto le lenti e messo gli occhiali da sole, avete indossato solo abiti corti, vi siete abbronzate e nutrite di qualsiasi cosa pur di non cucinare, avete deciso di rilassarvi, di iniziare a leggere e di lasciarvi andare qualche volta di più. almeno ci avete provato. Avete tentato di rendervi leggere anche con loro, i vostri figli, alle calcagna.
Avete ballato, cantato, fatto castelli e buche sulla spiaggia, avete fatto tuffi e arrampicate improbabili sugli scogli, avete urlato in spiaggia e pianto per un loro abbraccio. Avete tentato di guardare quel figlio in modo diverso, di uscire da quella routine in cui inevitabilmente si cade, di cogliere le sfumature di quel suo carattere irruento e puro, di preservarlo dalla paura improvvisa e di renderlo più libero in spiaggia, tra mare, amici, giochi e divertimento.
Ora siete tornate a casa proprio dove tutto ricomincerà. A partire da loro, dalle vostre valigie. Partite pulite, piegate e stirate. E tornate sporche, con abiti appallottolati con un odore misto di salsedine e sudore. Voi siete stanche, con ancora tutto quanto da rifare e sistemare (se non avete la fortuna di avere qualcuno che l’ha fatto per voi), e quelle valigie saranno il vostro punto di ripartenza. Sì, ricomincerete ad accendere lavatrici, stendere e raccogliere panni. Meglio riprendere l’allenamento presto.