Per la serie “sono come sono” è partita la vacanza nella mia tappa fissa preferita, in Molise, una delle regioni più vintage dell’Italia. Dove il tempo scorre lento, per davvero: fare una fila di mezz’ora al mini supermercato del paese ti mette di fronte alla tua tenacia, dove aspettare un caffè parlando per ora con un estraneo è la cosa più normale del pianeta e dove, soprattutto, se non c’è una Peroni ai tavolini di un bar non puoi essere in Molise.
Qui, dove le montagne, gli Appennini meno maestosi delle Alpi ma più selvaggi, guardano dall’alto al basso i loro abitanti, uomini e donne capaci ancora di apprezzare il ritrovo del paese, dove la tradizione ha ancora il suo senso più mistico e dove l’incuria dei giardinetti non fa sollevare nessuna mamma urlante. Vuoi un gelato? Il bar apre alle cinque. Vuoi comprare il pane? Verso le 20 il panettiere è aperto. L’idea del tempo traslato, invertito, bloccato mi affascina. Scopro in questa casa di decenni vecchi televisori arancioni, cucine anni 60 in formica, cornici con bambini immobili rabbrividenti.
Oggi, in quella casa dei bisnonni c’è un quattrenne tutta vita curioso di vecchie foto in bianco e nero e alle prese con i miei racchettoni in legno massiccio, risalenti all’età della pietra. La polvere e la vecchia radio di trent’anni fa che ancora funziona e canta “Il popolo del selfie” mentre noi ci facciamo un video.
Qui i superstiti di questo paesino che io amo alla follia le chiavi alla porta vanno ancora di moda, nessuno ci fa caso e nessuno vuole entrare. Il punto è che qui non c’è nessuno davvero. Ma di fatto non mette tristezza, anzi, rende questo luogo ancora più accattivante: il buongiorno all’improvviso di uno sconosciuto, quelle case di immigrati ferme nel tempo con la cucina elettrica e il bagno anni ’60, l’uscita serale con la seggiola davanti casa.
Sarà che qui ci sono nata a metà, di fatto a me continua ad affascinare e io, per quanto possibile, vorrei che i miei figli da grandi provassero lo stesso trasporto per ciò che un po’ appartiene anche a loro.