Finalmente anche Pasqua è passata. E così posso riprendere la mia sana routine che tanto mi piace. Tra cui c’è il ritorno al parco giochi con le mie fedeli amiche mamme. Due chiacchiere sugli ultimi dettagli di crescita, una merenda a base di cracker e banane e il tempo al sole si dilata che è una bellezza. Lo so può sembrare un piano suicida ma per me è un piano perfetto: il treenne può correre liberamente senza l’ansia di auto e altri mezzi fino all’esaurimento pile e la mamma prendere il sole e ritrova un po’di pace. E un po’ di cioccolata nascosta nella borsa. Eh sì, perché lo rompono i bimbi, lo mangiano i grandi… La vendetta del cioccolato arriva a Pasqua. Quando i grandi comprano le uova ai loro fanciulli. Sapendo, senza ammetterlo a loro stessi, che quel cioccolato sarà loro. È così. “Mica vuoi far mangiare tutta quella cioccolata a tuo figlio… . Solo un pezzettino al giorno!”. Non è educativo, non è salutare, non c’è nel menù macrobiotico del treenne. Così presi dal morbo del “salutista” incallito che fa mangiare a suo figlio solo semi e bacche, l’uovo appena aperto dopo tanta attesa, finisce nelle grinfie del genitore. L’ultimo di cui fidarsi, l’ultimo che può parlavi di dieta equilibrata, l’ultimo che all’ultima cena ha mangiato solo resti incomprensibili del treenne. Così mentre il bimbo dovrà accontentarsi della sorpresa e dell’odore al sapore di cioccolato, mamme e babbi rassettano la cucina e intanto mangiano un pezzetto d’uovo. Danno lo straccio e magno l’uovo. Si siedono sul divano (e di nascosto) mangiano l’uovo. Vanno in bagno e mangiano l’uovo. Stanno al cellulare e mangiano l’uovo. Prima di dormire mangiano l’uovo. “Mamma posso avere un pezzetto di cioccolato, ieri non l’ho mangiato!” “Come scusa? Ma se è finito… vedi te lo sei mangiato tutto”. “Ma mamma non è vero… Io lo voglio”. Devo aggiungere altro!??
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