Dopo Halloween anche la palla del Black Friday. Fra qualche anno, ne sono certa, festeggeremo anche il thanksgiving non sapendo minimamente cosa stiamo festeggiando. Ma questo è un altro discorso. Di fatto, stamattina, nel giro di amiche via whatsapp, tutte erano informate sulle promozioni di questo venerdì nero. “Allora il negozio di scarpe in via Garibaldi sconta del 30%. Quello all’angolo del 40%, più un buono”. E l’altra: “Dobbiamo andare mi servono assolutissimamente un paio di scarpe”. Cosa mi è sfuggito? Ma aspettare i banalissimi saldi dopo Natale, tanto a me cari no? Io questo assalto all’acquisto non l’ho mai capito e mai lo capirò: di certo non mi vedo a mezzanotte, con il pigiamo, assalire il mio vicino centro commerciale, farmi calpestare dalla gente per raggiungere un televisore e poi fare a botte per portarmelo a casa. Mi sembra troppo. Vogliamo fare gli “ammaricani”. Vogliamo metterci una bandiera a stelle e strisce e cantare l’inno a squarciagola? Ci manca il tacchino ripieno e siamo al completo. Non fatemi passare per la bacchettona tradizionalista di turno. Ma questo Black Friday di fine novembre proprio non mi va giù. Per ripicca me ne starò a casa con il pigiama.
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