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Non vedevo l’ora di scrivere questo post. Il treenne ha imparato a pedalare. Con tutto il tempo, la forza, il coraggio e la concentrazioni che solo un bambino di tre anni sa metterci. E mi sono commossa, proprio come quelle mamme… proprio quelle. È successo ieri, un po’ nel silenzio del pomeriggio in giardino, un po’ nella sua vergogna quando si è accorto di aver pedalato da solo. Mi ha guardata, con i suoi occhi vispi, e si è messo a ridere, con le mani davanti alla bocca. Uno spettacolo. Tutto per me. Io che uscivo trafelata da tutte quelle pratiche casalinghe un po’ noiose, ho preso tempo e respiro. E mi sono goduta tutta questa autonomia. Perché è di questo che si tratta, di pura autonomia, di senso dello spazio e del movimento, di crescita nell’approccio con il mondo, nell’accorgersi che lui da solo, senza di me, può andare lontano. Così mi sono commossa. Soddisfatta di vedere un’ometto già più grande ma impotente di fronte a un’altra manina che lascia. Lo so, solo quando si è mamme si fanno certi discorsi, ma vi assicuro che il cedimento è durato poco. “E adesso treenne pensiamo a guardare la strada e a frenare”. Ok, sembra dirmi. Subito si volta felice, adesso il mondo è suo. Foto: zmphoto.

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