Mai come quest’anno avevo voglia di riprendere la bici. Dopo un inverno lungo quanto un anno, le prime giornate di sole mi sono sembrate un miracolo. Non esagero. Dopo mesi tappati in casa tra malattie e brutto tempo risalire in sella senza ansie è stato come rinascere. Sì, lo ammetto. Il quattrenne è ancora con me sul seggiolino. Abbarbicato come una cozza da scoglio… .
Nonostante prove su prove in giardino e al parco, munito di rotelle e caschetto, ancora non mi avventuro con lui in città. C’è un solo grande, grandissimo problema: non frena. O meglio. Frena a casaccio, guardando gli uccelli in cielo, girandosi con la testa a 90 gradi, osservando attentamente le ruote che girano, salutando con la mano tutti quelli che passano.
Sì, mi guarda, e mi vuole dire “Sì, vero, forse non so frenare. Ma guardami, so andare senza mani, alzarmi dal sellino, pedalare con una mano e un piede, salire all’indietro, pedalare a cento all’ora e sentire l’effetto che fa!!!”. Vero, e in tutto questo, mentre esercito il mio stomaco alla calma e “a lasciarlo provare perché è un bimbo”, vorrei immortalarlo per sempre. Fermare questo tempo in un’unico indimenticabile scatto. Perché mentre fremo dalla voglia di vederlo pedalare in totale autonomia, dall’altra mi si contrae il muscolo del cuore nel constatare quanto diventare grandi sia così naturale e brutale che non c’è nessun rimedio… se non il ricordo, quello più bello che mai potremmo custodire.