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Sto per ripartire di nuovo. E questa volta, come le altre, ho già la sensazione di essere rimasta troppo tempo ferma. A fare le stesse cose e imbruttirmi per sciocchezze. Perché la quotidianità – oltre al momento d’oro del mattino che io adoro in assoluto – è anche questo: litigare per un parcheggio, farsi venire sangue amaro per un vicino troppo rumoroso, armeggiarsi con le istruzioni del mobile ikea alle due del pomeriggio. Si salvi chi può.

Scelgo di essere felice ogni giorno. Di provarci. Di volare alto, non per presunzione, ma per sentire il mio animo più leggero, per intravedere oltre il limite umano della ragione, la bellezza della vita che c’è, esiste. Imperfetta ma esiste. Ho capito, negli anni, che si sceglie di sorridere o di piangersi addosso. Che spesso, essere artefici di se stessi, banalmente detto, è un atto di coraggio. Perché non cambiare rotta allora?

No, non sono diventata buddista e nemmeno mi sono iscritta a qualche setta. Semplicemente ciclicamente faccio sacchi di roba da buttare, compro vintage usato che adoro, lascio spazio tanto spazio in casa riducendo al minimo i mobili, accendo la radio ogni mattina e mi faccio il mio caffè macchiato sempre come se fosse l’ultimo, piego con cura gli abiti puliti annusandoli puntualmente, pazzeggio senza sentirmi in colpa come se avessi ucciso qualcuno, non vado mai di fretta (una regola ferrea) e trovo sempre del tempo  per imprimere nella mia mente quello che sto facendo. Piccole cose del quotidiano che mi porto nei miei viaggi… lasciando a casa quasi tutto e limitando al massimo l’ingombro del mio bagaglio a mano. Il resto lo sapete già.

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