Quando ho iscritto il treenne all’asilo la mia più grande preoccupazione era, ed è tuttora, quella di non offrirgli abbastanza ore all’aria aperta, specie, in inverno, quando le giornate sono troppo corte. Abituato a stare fuori gran parte del giorno, gli asili latitano in fatto di gioco libero fiori. Lo stimolo sociale dato dagli altri bimbi (che è un bene) va a discapito del contatto diretto con la natura, gli agenti atmosferici, gli animali ecc… . Sono convinta, e con un bimbo ancora di più, che da piccoli si debba giocare fuori, sporcarsi, sentire il freddo e il caldo, correre in spazi ampi, arrampicarsi in posti improbabili, sudare e cadere, aver voglia di urlare senza senso e scavare una buca all’improvviso. Attività che purtroppo in un asilo qualunque non avvengono.
Le quattro mura sono la norma: per una maggiore sicurezza, ma anche per una comodità delle maestre. E in queste quattro mura i bimbi imparano le regole dello stare in mezzo agli altri tralasciando le sperimentazione del proprio essere, a partire dai sensi. Che sia giusto o sbagliato, non lo so. Ma io lo condivido molto di più. Preferirei una giornata al parco che una all’asilo… e quando mio figlio lamenta il non volere andare un po’ lo capisco. Non si tratta di regole (perché l’asilo in fondo non è obbligatorio) ma di facilitare il bimbo nella sua comprensione del mondo attraverso altri mezzi, che non siano per forza la recita di Natale o il pranzo in mensa.
A Rimini, seguendo un po’ questa visione, sta per nascere il primo asilo nel bosco, Le Giuggiole di Ippogrifo, una scuola per bambini dai 3 ai 6 anni, dove stare all’aperto in un contesto rurale, che permetta di fare esperienze secondo i ritmi e i tempi della natura.
Nel rispetto della libertà individuale, i bambini saranno i i protagonisti e orto, bosco e animali saranno compagni di crescita. Ovviamente solo materiali naturali per giocare e l’uso delle parole per raccontarsi storie. A me sembra un paradiso e vorrei davvero che questa non fosse l’eccezione ma la norma. Perché come dice Roberto Piumini, i bambini sono fiori da far crescere nei prati.