Per me la bici è un po’ la metafora della vita. Se pedali sta in piedi altrimenti… e se non cambi marcia c’è sempre qualcuno che ti passa avanti. Ora a parte questa psicologia spicciola, il cambio di marcia è qualcosa che mi riguarda molto da vicino visto che per me è un tabù. O meglio, preferisco viaggiare in terza, per tutta la pedalata. Mentre mio marito mi pungola in continuazione “Cambia quella marcia, cambiala!!!!”, io non ne voglio sapere. Per cambiare scatto ci vogliono salite, discese, pendii e qui a Rimini non ne abbiamo. È questa la verità. Non posso mica cambiare marcia per salire il marciapiede. O no? E poi me ne dimentico, ho mille cose da fare: sgridare mio figlio che dietro mi tira la giacca, rispondere al telefono, salutare il vicino insomma mica si può perdere tempo con il cambio. Tutte le volte che ho ascoltato mio marito, poche per la verità, mi è partita via la catena. Sarà la sfortuna o non so cosa, ma io preferisco la terza, tutta la vita.
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