Tanto. Questa è la risposta. Una mamma in bici non solo ha imparato ad organizzarsi sempre per tempo, ma ha messo a punto equilibrismi che voi umani non conoscete. Perché va bene fare la passeggiata in bici ma quando la bici diventa un mezzo di tutti giorni ecco che subentrano le fatidiche incombenze quotidiane. E con un piccolo al seguito le cose si complicano. Ecco che con il tempo ho imparato a mangiare qualsiasi cosa in bici, a parlare al telefono, persino a mandare qualche msg su whatsapp ( voi non fatelo è rischiosissimo) a sistemare in pedalata le scarpe del pupo, a conversare allegramente con il pupo con tanto di canzoncine. Ma soprattutto ho imparato l’arte del ciuco. Ovvero trasportare qualsiasi cosa. Ma la spesa dopo i giochi per il parco è il mio forte. Ogni volta entro al supermercato e mi prometto di comprare l’indispensabile e poi mi ritrovo alla casa con il solito pesante borsone. A quel punto la scena del carico sarebbe da film comico. “Ehi amore aspetta la mamma prende le chiavi”. Ma il piccolo è già alla bici. “Voglio salire. Voglio salire. Voglio salire”. Santa pazienza aiutaci. Io li a bilanciare i pesi. Un po’ a destra, un po’ a sinistra. Ecco, ci siamo. Ah il piccolo! L’operazione di sollevamento da terra sta diventando sempre più improbabile ma ancora si regge. E poi tutti al parco. Mica a casa. Così, la povera mamma già distrutta alla 10,30 può sostare e riprendersi dalla fatica.
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