Dopo aver fatto un giro vorticoso tra gli scaffali, rincorrendo il piccolo, trascinando un carrello stracolmo, discusso con chi non si è messo in fila lasciando come segnaposto il carrello semivuoto, eccomi fuori dal supermercato con le borse piene (in tutti i sensi). Cerco nella borsa pozzo le chiavi per aprire il lucchetto ma appena trovo le chiavi non vedo più la bicicletta. E va bene così. Bicicletta sparita. L’unico motivo per cui ci si mette l’anima in pace è giustificarsi dicendo: “io però l’avevo chiusa”. Ma non basta per placare l’istinto omicida che scatta dentro. Cominci a guardarti intorno e ogni vecchietta, ogni uomo con barba incolta diventano potenziali ladri. Forse è stato lui. Sì, sì guardalo un po’. Il realtà il ladro è dal quel secolo che è fuggito di corsa con la tua bici. Proprio la tua bici, quella a cui eri tanto affezionata, quella di cui conoscevi ogni difetto e pregio e ti andava bene così. Ma forse sono io sfortunata. Persino nell’evoluta Finlandia, dove tutti rispettano le regole con tanto di multa fuori dalla pista ciclabile, mi hanno fatto fuori una bicicletta. Il tempo di fare un biglietto alla stagione e Puf, la bici non c’è più. E adesso? Con cosa torno a casa? Abito milioni di chilometri lontana… Ve la farò pagare, state certi. Come? Il mio amico si è vendicato, sempre in Finlandia, rubando a sua volta un’altra bici. Tutto bene finché un giorno non trova un biglietto sulla sella. Scritto in finlandese…. e chi ci capisce? L’ha fatto tradurre e sorpresa sorpresa, era il proprietario che chiedeva cortesemente indietro la sua due ruote. Si vabbè, ma siamo proprio sicuri che fosse la sua?
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