Ieri era una di quelle giornate perfette: cielo cristallino, sole limpido, aria fredda ma non scoraggiante. “Allora famiglia si esce in bici stamattina?”. Neanche avessi detto vi faccio mangiare cavoli per una settimana… . Facce fisse, pronte a sfidarmi, pronte a dire no
Mese: dicembre 2015
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L’idea per questo articolo mi è venuta l’altro giro vivendo quelle situazioni surreali che solo noi mamme sappiamo gestire: bici a ruote sgonfie e bimbo piangente per assenza di biberon del latte. Mettete insieme queste cose e potrebbe saltare il sistema nervoso di un uomo medio.
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La bici mi accompagna anche a Natale. Anzi proprio a Natale, quando la città si ingorga di più, io riesco a sgattaiolare meglio dal caos. In bici tutto diventa più semplice: persino i fatidici acquisti dei regali e la fuga da facce che proprio a Natale non voglio vedere.
Ecco come
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Avete presente quelli che in centro città o al centro commerciale vi passano davanti con tremila buste di regali? Ecco quella categoria proprio mi fa rabbia. Lo so che è Natale e bisogna essere più buoni ma io non ci riesco. Appena li vedo mi chiedo in ordine: A ma quanta gente ha per fare
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Non sapete dove andare a parare per i regali di Natale? A noi mamme che andiamo in bicicletta ci sono una serie di regalucci molto, molto interessanti. Io ho stilato un’ipotetica lista dalla quale potrete prendere qualche spunto.
– Borsa Bertie Bike Bag.
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Quest’anno non si dica che nessuno ha pensato ai bambini. In sella alla bici, in una sola mattinata, scoprirete una Rimini dalle mille proposte. Volete i presepi pregni di significato da mostrare ai piccoletto? Noi abbiamo i presepi del Mondo, oltre cinquanta presepi dal Messico
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Ieri pomeriggio, dopo aver superato la prova del termometro, abbiamo deciso di metterci all’opera con i biscottini di Natale. Potevo mai saltare questo appuntamento con il mio pupetto chef? L’idea dei biscotti fatti con le formine natalizie si è trasformata in una cucina
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È una di quelle giornate in cui vedrò il cielo con il binocolo. Scosto la tenda dalla finestra per vedere chi c’è fuori e quello è ciò che mi è permesso. La febbre del figlio non passa più e se continua di questo passo la prossima a finire in branda sarò io. Obbligata a stare in piedi.
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Ieri è stata questa la motivazione principale. Dopo cinque giorni di febbre e tosse del figlio, tappata in casa come un topo, sono uscita all’aria per respirare. Ero al limite: fazzolettini fradici, sciroppi omeopatici e no, tachipirina, termometro, spremute, cibi avanzati da buttare,
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Mamme oggi ho deciso di fare l’albero. Ero lì che fremevo, più del figlio. Quest’anno, come già anticipato, l’obiettivo era realizzato un albero a prova di bambino… . Ovvero fatto con i pon pon di lana. Sì, sì. Scongiurate tutte le rotture di palle, in tutti i sensi,